SEO On-Page: Guida Completa per Principianti

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Head of Content @ Ahrefs (o, in parole povere, sono la persona che fa sì che ogni articolo pubblicato sul nostro blog sia EPICO).
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Molte persone credono che fare SEO on-page non significhi altro che inserire alcune parole chiave qua e là ed il gioco è fatto. Nulla di più falso. Anche se l’inserimento di parole chiave rimane indubbiamente importante, lo è molto meno di quanto non lo fosse un tempo.

Nonostante l’ottimizzazione on-page sia più complicata rispetto a qualche tempo fa, è ancora la parte più semplice quando si parla di SEO. È una di quelle poche cose sulle quali hai totale controllo, e che non richiede un’eccessiva preparazione tecnica. Se sai come fare delle modifiche di livello base ad un sito, scrivere (o conosci qualcuno che sappia farlo) e sei disposto a fare un pò di ricerca, il gioco è fatto.

Cominciamo.

Contents

    Prima chiariamo cos’è la SEO on-page e perché è importante.

    Cos’è la SEO on-page?

    La SEO on-page (chiamata anche SEO on-site) è l’ottimizzazione delle pagine web al fine di posizionarle più in alto nei motori di ricerca. Questo include sia ottimizzazioni a livello di contenuti visibili, sia direttamente a livello di codice sorgente HTML.

    Perché la SEO on-page è importante?

    Google analizza il contenuto della tua pagina per capire se si tratti o meno di un risultato rilevante ad una determinata ricerca. Parte di questo processo consiste nell’identificare delle parole chiave.

    Uno screenshot preso dal la pagina ‘How Search Works’ di Google.

    Ma c’è più che semplicemente includere delle parole chiave nel tuo contenuto quando si parla di SEO on-page—molto di più.

    Google è alla ricerca del risultato più rilevante ad una specifica query, quindi i loro algoritmi sono sempre alla ricerca di contenuti attinenti all’interno della pagina. Se parli di cani e non nomini le varie razze, Google sà che probabilmente ci sono risultati più pertinenti del tuo lì fuori nel web.

    La pertinenza è una grossa parte della SEO on-page, e se non la comprendi sarà difficile posizionarti.


    Prima di pensare a qualsiasi ottimizzazione di livello ‘tecnico’, come piazzare determinate parole chiave qua e là, devi creare dei contenuti che Google sia disposto a posizionare. Per fare questo devi avere in mente la parola chiave principale. Leggi la nostra guida alla ricerca parole chiave se non sai di cosa stiamo parlando.

    Altrimenti, ecco i quattro aspetti che devi fare davvero tuoi. Devi essere:

    1. Rilevante
    2. Accurato
    3. Unico
    4. Chiaro

    1. Rilevante

    La rilevanza, o pertinenza, è indubbiamente uno degli aspetti più cruciali della SEO on-page, e significa allineare i tuoi contenuti all’intento di ricerca. Se fallisci nel dare a chi ricerca quello che vuole, le tue possibilità di posizionarti sono scarse se non nulle.

    Dato che nessuno comprende l’intento di ricerca meglio di Google, il miglior punto di partenza è analizzare i risultati che si posizionano meglio secondo i tre pilastri dell’intento di ricerca:

    1. Tipo di contenuto
    2. Formato del contenuto
    3. Angolo del contenuto

    Abbiamo già parlato di questi concetti nella nostra guida alla ricerca delle parole chiave. Li rispolveriamo un po’ anche qui dato che, come abbiamo detto, allineare i contenuti al giusto intento di ricerca è fondamentale.

    1. Tipo di contenuto

    Le tipologie di contenuto, solitamente possono essere ristrette a cinque diverse categorie: articoli di blog, prodotti, categorie, landing page e video. Ad esempio, le tre migliori pagine che si posizionano per “vestito nero largo” (“black maxi dress” nel nostro caso) sono pagine di categoria di alcuni siti di ecommerce ben conosciuti.

    Le posizioni dei siti per la parole chiave “vestito nero largo” (o “maxi dress” in inglese) negli Stati Uniti, prese dal Keywords Explorer di Ahrefs.

    Se vuoi posizionarti per tale parola chiave, non potrai probabilmente farlo con un articolo di blog. Gli utenti sono pronti a compiere un acquisto, e non leggere informazioni.

    Per alcune parole chiave però, non è così semplice fare un’analisi.

    Se ad esempio proviamo con “piante” (o “plants” in inglese), vedrai un mix fra pagine di ecommerce e articoli di blog.

    Le posizioni dei siti per la parola chiave “piante” (o “plants” in inglese) negli Stati Uniti, prese dal Keywords Explorer di Ahrefs.

    Se questo è quello a cui ti trovi di fronte, utilizza il buon senso. In questo caso, nonostante ci sia una divisione quasi 50/50 fra ecommerce e blog, i migliori 3 sono tutti ecommerce. Questo ci dice che la maggior parte degli utenti vuole acquistare e non leggere, di conseguenza hai maggiori probabilità di posizionarti con una pagine direttamente dal tuo ecommerce.

    2. Formato del contenuto

    Il formato di un contenuto è principalmente valido per gli articoli di blog, in quanto questi possono essere delle guide, degli elenchi, delle news, degli articoli di opinione o anche delle recensioni. 

    Ad esempio, ogni risultato di ricerca per “forzare il riavvio su iPad” (o “force restart iPad” in inglese), è una guida, fatta eccezione per i risultati di apple.com.

    Le posizioni dei siti per la parola chiave “forzare il riavvio su iPad” (o “force restart iPad” in inglese) negli Stati Uniti, prese dal Keywords Explorer di Ahrefs.

    Tutti i risultati per “idee di marketing” (o “marketing ideas” in inglese), sono invece liste.

    Le posizioni dei siti per la parola chiave“idee di marketing” (o “marketing ideas” in inglese) negli Stati Uniti, prese dal Keywords Explorer di Ahrefs.

    Per avere le migliori possibilità di posizionarti per queste parole chiave, dovresti seguire il trend. Provare a posizionare una lista quando l’utente vuole una guida sarà come correre in salita.

    Ad ogni modo, come per la tipologia di contenuto, la SERP non è sempre così chiara come negli esempi qui sopra.

    Dai uno sguardo alle pagine meglio posizionate per “come ottenere più iscritti su Youtube” (“how to get more subscribers on youtube” in inglese). C’è un bell’insieme di formati fra guide e liste.

    Le posizioni dei siti per la parole chiave “come ottenere più iscritti su Youtube” (“how to get more subscribers on youtube” in inglese) negli Stati Uniti, prese dal Keywords Explorer di Ahrefs.

    In questo caso, dato che la parola “come” è nella parola chiave, una guida potrebbe essere la migliore scelta. Ma è importante notare come non sia l’unica possibile. Ognuno vede le cose in modo diverso, e potresti scegliere entrambi i formati. Noi ad esempio abbiamo scelto il formato lista per il nostro articolo su come ottenere più iscritti su YouTube, in quanto abbiamo ritenuto si trattasse di una scelta migliore per condividere i consigli che avevamo a disposizione.

    La nostra pagina in posizione #9 per “how to get more youtube subscribers.”

    2. Angolo del contenuto

    L’angolo del contenuto si riferisce al “vantaggio o benefit” offerto dal contenuto stesso. Ad esempio quelli che cercano “come prepare un latte” (una bevanda simile al cappuccino utilizzata nei Paesi anglosassoni, quindi “how to make latte” in inglese) sembrano volere una soluzione per capire come eseguire questo tipo di preparazione a casa—senza equipaggiamenti da barista.

    Le posizioni dei siti per la parola chiave “come prepare un latte” (o “how to make latte” in inglese) negli Stati Uniti, prese dal Keywords Explorer di Ahrefs.

    Se proviamo invece con “miglior macbook” (o “best macbook” in inglese), l’angolo che le persone vogliono è sicuramente quello relativo alla novità.

    Le posizioni dei siti per la parola chiave  “miglior macbook” (o “best macbook” in inglese) negli Stati Uniti, prese dal Keywords Explorer di Ahrefs.

    Nel caso in cui non fosse ancora chiaro, l’angolo del contenuto non è sempre immediato da comprendere. Se guardi ai risultati di ricerca per “ricetta del fried rice” (o “fried rice recipe” in inglese), noterai che esistono diversi angoli: migliore, facile, come al ristorante, ecc…

    Le posizioni dei siti per la parola chiave “ricetta del fried rice” (o “fried rice recipe” in inglese) negli Stati Uniti, prese dal Keywords Explorer di Ahrefs.

    In questo caso, l’angolo perfetto è quello che vuoi dargli tu. Utilizza quello che credi sia il migliore ed il più utile per qualcuno che cerca “come preparare il fried rice”.

    CONSIGLIO AVANZATO


    Nonostante sia importante allineare il tuo contenuto a quello che chi ricerca vuole trovare, talvolta potresti voler uscire dal gregge. Se sei certo che puoi ottenere l’attenzione degli utenti con un contenuto di diversa tipologia, formato o angolo, sentiti pure libero di provarci.

    2. Accurato

    Avere contenuti più o meno allineati all’intento di ricerca è un buon punto di partenza, ma di solito non abbastanza. Per essere degno di un posto nella prima pagina di Google, devi anche offrire quello che prometti. E questo significa coprire tutti gli aspetti che chi ricerca vuole e si aspetta di trovare.

    Dato che hai identificato le fondamenta dei contenuti, dovresti già avere un’idea di quello che gli utenti vogliono vedere. Ad esempio, se stai parlando di come comprare Bitcoin e le 3 pagine meglio posizionate sono dirette ai principianti, probabilmente addentrarsi nei dettagli di come la Blockchain funziona non è una buona idea.

    Analizzare le fondamenta ti fornisce però solo un’idea molto ampia dell’intento. Per comprendere meglio quello che il tuo contenuto dovrebbe coprire, devi analizzare a fondo le pagine meglio posizionate.

    La parola chiave in questo caso è “rilevanza”. Se il tuo obiettivo è la parola chiave “migliori set di mazze da golf” volendo parlare proprio dei set, non ha senso analizzare e prendere ispirazione dalle pagine degli ecommerce o dagli articoli che parlano delle varie mazze individualmente. Quello che vuoi è analizzare sono pagine simili alla tua.

    Vediamo come farlo.

    Cerca i sottotitoli in comune fra le diverse pagine

    La maggior parte delle pagine spezza gli argomenti facendo uso di sottotitoli. Questi danno una buona idea di quello che gli utenti cercano, specialmente se noti che alcuni sono comuni a diverse pagine.

    Ad esempio, se analizziamo i sottotitoli per altre guide alla SEO on-page, possiamo vedere che ogni pagina include una definizione.

    Dalla pagina posizionata #1 per “on page seo.”

    Dalla pagina posizionata #2 per “on page seo.”

    Dalla pagina posizionata #3 per “on page seo.”

    Dato che tutte le pagine più rilevanti e meglio posizionate includono questa definizione, è logico pensare che sia qualcosa che gli utenti vogliono conoscere. Google probabilmente sà che le pagine che contengono tale definizione portano ad una migliore soddisfazione da parte dell’utente rispetto a quelle che non la contengono—e per questo le posiziona più in alto.

    Se quindi stai scrivendo un articolo in forma di lista, puoi analizzare i sottotitoli dei concorrenti per ottenere informazioni su specifici prodotti, servizi o consigli da includere.

    Ad esempio, se utilizziamo il report on-page gratuito preso dalla toolbar SEO di Ahrefs, puoi vedere come tutte le pagine meglio posizionate per “migliori set di mazze da golf” (o “best gold club sets” in inglese) menzionino gli stessi esatti set.

    I sottotitoli della pagina posizionata #1 per “migliori set di mazze da golf” (o “best gold club sets” in inglese), dalla toolbar SEO di Ahrefs.

    I sottotitoli della pagina posizionata #2 per “migliori set di mazze da golf” (o “best gold club sets” in inglese),  dalla toolbar SEO di Ahrefs.

    Ricordati di prendere questo approccio con le pinze. Se la parola chiave è “migliori set di mazze da golf” e tutte le pagine menzionano un set che tu credi sia pessimo, non dovresti includerlo solo perché tutti lo fanno.

    Cerca dei sottoargomenti fra le parole chiave posizionate

    Secondo il nostro studio compiuto su tre milioni di ricerche, in media, la pagina meglio posizionata per un termine, è tale per circa altre 1.000 parole chiave rilevanti fra le prime 10 posizioni.

    Molte di queste sono altri modi per cercare la stessa cosa. Ad esempio, se inseriamo le pagine meglio posizionate per “migliori set di mazze da golf” (o “best gold club sets” in inglese) nel Site Explorer di Ahrefs e analizziamo poi il report chiamato Parole Chiave Organiche, possiamo notare che queste si posizionano anche per parole chiave tipo:

    • miglior set di mazze da golf
    • miglior set di mazze da golf 2020
    • buon set di mazze da golf
    • miglior set di mazze da golf completo
    • migliore set da golf

    Screenshot preso dal Site Explorer di Ahrefs.

    Alcune parole chiave rappresentano però dei sottoargomenti che fanno parte dell’argomento nel senso più ampio:

    Ad esempio, la stessa pagina analizza prima si posiziona tra le prime 10 anche per:

    • set da golf da uomo
    • migliori mazze da golf economiche
    • migliori marchi di mazze da golf
    • set di mazze da golf con borsa
    • migliori mazze da golf per principianti

    Screenshot preso dal Site Explorer di Ahrefs.

    Cercare dei sottoargomenti fra le parole chiave per cui sono posizionate le migliori pagine è un ottimo modo per trovare tematiche di cui parlare nel proprio articolo.

    Un altro modo per fare questo è quello di vedere le parole chiave in comune fra più pagine. Per farlo, inserisci diverse pagine all’interno del strumento Content Gap di Ahrefs, e gioca poi con il numero di “intersezioni” finchè non trovi un insieme di risultati sensato e rappresentativo.

    Inserisci una lista di pagine ben posizionate nello strumento Content Gap di Ahrefs

    … aggiusta poi il valore “intersect” finchè non riesci a vedere le parole chiave che rappresentano i vari sottoargomenti.

    Analizza le pagine manualmente

    Trovare sottotitoli e parole chiave in comune è il modo più rapido per ottenere alcune informazioni su cosa dovrebbe essere incluso nel contenuto. Ma non puoi scoprire tutto in questa maniera. Non esiste un qualcosa che possa sostituire un’analisi manuale delle pagine per avere le idee ancora più chiare rispetto all’argomento da trattare.

    Se apriamo le prime 3 pagine che parlano dei migliori set di mazze da golf, possiamo notare come la maggior parte di queste includa dei set per principianti al di sotto di $300. Nessuno di quelli elencati è effettivamente uno dei “migliori set”, in quanto quest’ultimi costano migliaia e migliaia di dollari. Questo ci fa comprendere che la maggior parte delle persone che cerca tale informazioni è un principiante, e non ha senso includere set di alto livello in quanto gli utenti non troverebbero il contenuto utile al loro scopo.

    Oltre questo, possiamo vedere come la maggior parte delle pagine includa una lista di pro e contro per ogni singolo set.

    La pagina in prima posizione per “migliori set di mazze da golf” (o “best golf club sets” in inglese) con la sua lista di pro e contro…

    … anche la pagina posizionata #2 fa la stessa cosa.

    Questo ci da indizi su come dovremmo strutturare i nostri articoli per i visitatori, e quali sono gli aspetti che questi reputano più importanti. Ad esempio, sembra che la longevità della sacca sia un importante attributo per quelli che cercano un set di mazze da golf.

    Guarda le caratteristiche della SERP

    Oltre ad analizzare le pagine dei competitor, vale la pena anche analizzare le SERP alla ricerca di cose come i featured snippet e i riquadri ‘Le persone chiedono anche’ (o PPA, “people also ask” in inglese).

    Ad esempio, tornando al caso delle ‘migliori mazze da golf’, possiamo notare la presenza di una box PPA. Le domande presenti in questi riquadri ci danno degli spunti su quello che le persone potrebbero voler sapere.

    Il riquadro “Le persone chiedono anche” per la parola chiave “migliori set di mazze da golf” (o “best golf club sets” in inglese)

    La penultima domanda ci fa anche capire che le persone prestano particolare attenzione al lato economico e ricercano un set che abbia un buon rapporto qualità prezzo. Questo funge da ulteriore conferma riguardo quello che abbiamo scoperto dopo aver analizzato manualmente le pagine meglio posizionate. La maggior parte delle persone che cercano sono principianti, e non voglio i migliori set al mondo.

    Se guardiamo ai risultati per la parola chiave “come eseguire uno swing con una mazza da golf” (o “how to swing a golf club” in inglese), possiamo vedere come il featured snippet contenga un video preso da YouTube.

    Il video YouTube all’interno del featured snippet per “come eseguire uno swing con una mazza da golf” (o “how to swing a golf club” in inglese).

    Anche se tu volessi provare a posizionarti per tare parola chiave tramite un articolo, il fatto che ci sia un featured snippet evidenzia come chi cerca voglia probabilmente dei contenuti visuali. Per questo motivo, ha senso includere immagini e video all’interno del tuo articolo che dimostrino come eseguire uno swing.

    3. Unico

    È di vitale importanza dare ai visitatori quello che vogliono, ma devi anche assicurarti di dare loro qualcosa di nuovo. Se fallisci nel farlo, il tuo contenuto sarà uguale al resto degli altri. E nessuno vuole fornire link ad un contenuto che non è ‘nulla di speciale’.

    Tutto quello che abbiamo discusso finora dovrebbe farti avere una cornice all’interno della quale creare un contenuto vincente, ma c’è ancora spazio per parlare di creatività.

    Ad esempio, se guardiamo alla SERP di “consigli SEO” (o “SEO tips” in inglese), l’intento è chiaro. Le persone vogliono un elenco di consigli da applicare per migliorare il posizionamento e ottenere più traffico.

    Le posizioni dei siti per la parole chiave “consigli SEO” (o “SEO tips” in inglese) negli Stati Uniti, prese dal Keywords Explorer di Ahrefs.

    Questo è quello che abbiamo creato, come puoi vedere dal nostro sito in posizione #2.

    Nonostante molti dei consigli presenti sulla pagina non siano unici, ce ne sono altrettanti che non troverai da nessun’altra parte. Uno di questi, è quello di incorporare video negli articoli per ottenere traffico da Google. Se qualcuno visita la nostra pagina, trova quel consiglio interessante e decidere di condividerlo con altri, non ha altra scelta se non quella di condividere o fornire un link alla nostra pagina.

    È un pò più complicato fare questa cosa con altre tipologie di contenuto, ma è comunque possibile.

    Ad esempio, potrebbe sembrare impossibile realizzare una pagina prodotto o di categoria unica, ma puoi sempre fare cose come:

    • Migliori filtri
    • Migliori fotografie del prodotto
    • Descrizioni del prodotto uniche
    • Recensioni

    4. Chiaro

    Non importa quanto il tuo contenuto sia allineato con l’intento di ricerca o quanto sia approfondito, nessuno lo leggerà se non è chiaro. Ad esempio, la pagina qui sotto combacia con l’intento di ricerca per “fare la birra con il metodo all grain” (o “all grain brewing” in inglese)—si tratta di un wall of text (ovvero un ‘muro di testo’) che nessuno vuole leggere.

    Ottimo risultato, ma è un wall of text!

    Segui questi consigli per creare dei contenuti chiari che invoglino le persone a leggere:

    • Utilizza gli elenchi puntati per aiutare chi legge a colpo d’occhio.
    • Utilizza dei sottotitoli descrittivi (H2-H6) per creare una gerarchia.
    • Utilizza le immagini per rompere il testo.
    • Utilizza parole semplici che chiunque possa comprendere.
    • Utilizza paragrafi e frasi brevi per evitare l’effetto “wall of text”.
    • Usa dei font grandi per evitare di far affaticare gli occhi di chi legge. 
    • Scrivi come lo diresti a voce rendendo tutto meno informale e più divertente.

    Devi rendere semplice per gli utenti trovare immediatamente quello che cercano. Se parli di tutto quello che le persone vogliono sapere sulla pagina, ma queste non riescono a trovarlo, premeranno il bottone per tornare indietro alla ricerca di una pagina che sia più semplice e chiara da leggere.

    A parte il consiglio qui sopra, ti suggeriamo anche di includere le informazioni ‘da sapere’ prima di quelle ‘aggiuntive’. Questo è conosciuto come il metodo della piramide inversa.

    Per fare un esempio, quando stavamo scrivendo la nostra guida sui redirect 301 vs 302, avevamo molte cose da dire. Ma analizzando la SERP sapevamo anche che la maggior parte delle persone voleva solo sapere le differenze fra le due tipologie di redirect. Abbiamo quindi scritto una guida molto comprensiva sull’argomento, ma ci siamo assicurati di evidenziare la differenza principale in una frase all’inizio dell’articolo.

    Se non sei certo di quali siano le informazioni ‘da sapere’ e quelle ‘aggiuntive’ per il tuo argomento, dai nuovamente uno sguardo alle pagine meglio posizionate. Se facciamo questo per il nostro esempio ‘migliori mazze da golf’, possiamo vedere che tutti i siti forniscono una lista dei migliori set scelti prima di parlarne in dettaglio. Da questo possiamo capire come probabilmente le persone vogliano dare uno sguardo ai prodotti scelti prima di conoscere pro, contro e altre informazioni.


    Creare la tipologia di contenuti che sia Google che gli utenti vogliono vedere è la parte più difficile. Ora devi ottimizzare il tato ‘tecnico’ delle cose come meta tag e URL. Questo è come lo zucchero a velo che metti su di una torta e ti aiuta a mostrare sia agli occhi di Google che a quelli degli utenti che la tua pagina sia la migliore.

    Ecco una breve checklist.

    1. Includi la parola chiave nel titolo

    Il titolo delle pagine viene solitamente inglobato in un tag H1. Questo è probabilmente il motivo per il quale inserire la parola chiave nel titolo è da sempre stato una convenzione accettata nella SEO.

    John Mueller di Google ha confermato l’importanza dei titoli nel 2020.

    Quando si tratta del testo di una pagina, il titolo è un forte segnale che ci fa capire che questa parte della pagina parla di questo argomento.

    John Mueller
    John Mueller, Search Advocate Google

    Includere la parola chiave nel titolo viene quasi spontaneo alla maggior parte dei professionisti della SEO. Probabilmente hai avuto modo di vederlo in pratica anche nei nostri titoli.

    Parole chiave all’interno del nostro titolo.

    Devi sapere che non sempre ha senso utilizzare la parola chiave esatta nel titolo, ma piuttosto una sua variante. Ad esempio, la parola chiave principale per questo articolo è “seo esternalizzare”, ma il titolo è “Come esternalizzare la SEO (framework semplice)”.

    È altresì importante che i tuoi titoli suonino naturali, quindi utilizza le giuste congiunzioni e tempi verbali dove necessario.

    2. Usa delle URL brevi e descrittive

    Le URL brevi e descrittive aiutano gli utenti a capire di cosa parla una pagina prima che facciano clic.

    Ad esempio, guarda queste due URL:

    https://www.medicalnewstoday.com/articles/322345
    https://www.dietdoctor.com/how-to-lose-weight

    Entrambe le pagine trattano lo stesso argomento, ma non è così semplice intuirlo dalle URL. Solo la seconda fa comprendere cosa sia sulla pagina, il che la rende indubbiamente più chiara e degna di clic all’interno delle SERP.

    La maggior parte dei CMS ti permette di cambiare lo slug della URL (ovvero la parte che segue il dominio e le sottocartelle) facilmente, e renderla uguale alla tua parola chiave principale è solitamente il modo più semplice di ottimizzarla. Noi lo facciamo per quasi tutti gli articoli del nostro blog.

    Questo è un’altro di quei casi in cui la parola chiave principale andrebbe utilizzata solo quando ha senso farlo. In alcuni casi, una sua variante potrebbe essere la scelta migliore. Ad esempio, la nostra parola chiave per questo articolo è “quanto dovrebbe essere lungo un articolo di blog” (o “how long should a blog post be” in inglese). Dato che questo ci sembrava eccessivamente lungo, abbiamo optato per “lunghezza articoli di blog” (o “blog post lenght” in inglese).

    Rendere le cose concise è importante perché Google tende a troncare le cose troppo lunghe nelle SERP.

    3. Ottimizza il tag title

    Avere un tag title intrigante è importante, in quanto questo viene mostrato nei risultati di ricerca.

    Il tag title nei risultati di ricerca.

    Spesso, il modo migliore per crearne uno è quello di farlo corrispondere al titolo della pagina o dell’articolo. Questo è quello che noi facciamo per quasi tutti i nostri articoli del blog. Ad esempio, l’articolo qui sopra, ha titolo e tag title che corrispondono.

    Questo è anche il titolo dell’articolo.

    Ci sono casi in cui ha senso cambia leggermente le cose, come quando ad esempio il tuo titolo è eccessivamente lungo. Come per le URL, Google tende a troncare i tag title eccessivamente lunghi quando mostra i risultati di una ricerca.

    Utilizza il buon senso per accorciare i titoli eccessivamente lunghi. Nella nostra guida al content writing ad esempio, tagliamo solo la parte finale.

    Nota a margine.
    Se stai creando dei title tag per centinaia o migliaia di pagine simili, come quelle relative a prodotti, categorie o pagine relative a servizi, ci sono molte probabilità che vorrai utilizzare la stessa formula per tutte. Puoi imparare come farlo nella nostra guida ai title tag nel link qui sotto. 

    4. Scrivi una meta description irresistibile

    Google mostra spesso la meta description nello snippet dei risultati di ricerca.

    La meta description nei risultati di ricerca.

    Quanto spesso? Secondo il nostro studio condotto su 192.000 pagine, circa ⅓ delle volte.

    Nota a margine.
    Il resto delle volte, Google genera dinamicamente degli snippet.

    Le meta description non sono un fattore di posizionamento, ma sono comunque importanti, in quanto possono portare un maggior numero di clic e traffico. 

    Applica questi consigli per scrivere un’ottima meta description velocemente:

    1. Espandi il title tag Includi la tua USP che non hai potuto inserire nel tag title.
    2. Sfrutta l’intento di ricerca. Fai vedere agli utenti che hai quello che cercano.
    3. Utilizza una voce attiva. Parla in prima persona all’utente.
    4. Sii conciso. Diciamo 120 caratteri o meno.
    5. Includi la parola chiave. Google evidenzia parole e frasi correlate alla ricerca in grassetto. 

    Non perdere troppo tempo a scrivere le meta description, in quanto sono relativamente poco importanti rispetto a tutto il resto.

    5. Ottimizza le immagini

    Le immagini possono posizionarsi in Google Immagini e farti ottenere traffico. Noi, ad esempio, nel corso degli ultimi 28 giorni abbiamo ricevuto oltre 4.000 visite sul nostro blog grazie alle immagini.

    Visite organiche verso il blog di Ahrefs ottenute dalla ricerca immagini di Google nei precedenti 28 giorni.

    Ecco un rapido elenco di controllo a 3 punti per ottimizzare le tue immagini.

    a) Rinomina le immagini sensatamente

    Google dice che il nome del file fornisce loro informazioni sul soggetto dell’immagine, quindi cane.jpg è meglio di IMG_859045.jpg.

    Sfortunatamente, la maggior parte degli smartphone e delle fotocamere utilizza nomi generici per le foto e le immagini. E la stessa vale per i computer. Se fai degli screenshot da includere nel tuo articolo, solitamente verranno rinominati qualcosa come Screenshot 2021-01-12.png.

    Per questa ragione dovresti rinominarli. Ecco come:

    • Cerca di essere descrittivo. cucciolo-nero.jpg > cucciolo.jpg
    • Sii succinto. cucciolo-nero.jpg > il-mio-super-cucciolo-nero-chiamato-jeff.jpg
    • Non abusare delle parole chiave. cucciolo-nero.jpg > cucciolo-nero-cane-razza-pooch.jpg
    • Utilizza i trattini fra le parole. cucciolo-nero.jpg > cucciolo_nero.jpg (questa è una raccomandazione ufficiale di Google)

    b) Utilizza degli alt text descrittivi

    L’alt text (alternative text) è un attributo HTML che viene usato sui tag <img> per descrivere l’immagine. Non è visibile direttamente sulla pagina, e viene applicato in questo modo:

    <img src=”https://iltuodominio.com/cucciolo.jpg” alt=”cucciolo”>

    Lo scopo principale dell’alt text è quello di migliorare l’accessibilità per i visitatori che utilizzano un lettore di schermo. Questi convertono il contenuto della pagina, comprese le immagini, in audio. I browser mostrano inoltre l’alt text al posto delle immagini se non riescono a caricare queste ultime.

    Sempre John Mueller di Google, ha dichiarato che l’alt text può aiutarti a posizionarti in Google Immagini:

    Quando crei gli alt text, Google consiglia di ‘concentrarsi sul creare contenuti utili, ricchi di informazioni che utilizzano le parole chiave nel modo giusto e che siano contestuali al contenuto della pagina’. Ma consigliano anche di evitare di riempire l’attributo alt con un numero eccessivo di parole chiave (keyword stuffing) in quando impatta negativamente l’esperienza degli utenti.

    Detto questo, ecco i nostri consigli per creare un alt text:

    • Sii descrittivo. Utilizza delle parole chiave rilevanti quando è il caso.
    • Cerca di essere conciso. Sii breve per evitare di scocciare gli utenti che utilizzano i lettori di schermo.
    • Sii accurato. Descrivi il contenuto delle immagini.
    • Evita il keyword stuffing. Può ‘far sembrare il tuo sito spam’.
    • Non dire che è un’immagine. Non includere cose come “immagine di…” o “Foto di un…” nelle descrizioni. Sia Google che i lettori di schermo sanno che si tratta di un’immagine.

    Scriviamo un alt text per l’immagine di questo cucciolo per fare una dimostrazione:

    Non adatto:<img src=“cucciolo.png” alt=“foto di un cucciolo di cane razza pooch cucciolo”>

    Okay:<img src=“cucciolo.png” alt=“cucciolo”>

    Buono:<img src=“cucciolo.png” alt=“cucciolo bianco e nero”>

    Ottimo:<img src=“cucciolo.png” alt=“cucciolo bianco e nero che riporta un bastone”>

    Se sei un utente WordPress, puoi aggiungere l’alt text facilmente alle immagini quando le inserisci all’interno degli articoli.

    Ecco alcune istruzioni per includere l’alt text su Squarespace, Wix, e Shopify.

    c) Comprimi le immagini

    Comprimere le immagini rende le dimensioni dei file più piccole, portando a tempi di caricamento più rapidi. Questo è importante, in quanto la velocità di caricamento è un fattore di posizionamento sia su desktop che mobile.

    Esistono molti strumenti per comprimere le immagini, ma ShortPixel è quello che preferiamo. Ha un’interfaccia web dove puoi comprimere fino a 50 immagini per volta gratuitamente e un plugin WordPress che comprime le immagini automaticamente quando vengono caricate.

    Nota a margine.
    Puoi comprimere fino a 100 immagini al mese con la versione gratuita di ShortPixel, dopo di che per qualche frazione di centesimo le seguenti.

    5. Aggiungi i link interni

    Inserire link a risorse interne ed esterne aiuta i visitatori a navigare più facilmente il tuo sito e trovare un maggior numero di informazioni. Alcune persone sostengono che fornire link ad altri siti sia negativo per la SEO.

    Questo è un mito. Non esiste evidenza che fornire link ad altri siti sia negativo per la SEO.

    Al contrario, John Mueller di Google dice che:

    Fornire link ad altri siti è un ottimo modo per aggiungere valore per i tuoi utenti. Spesso, i link aiutano gli utenti ad approfondire, a studiare le tue risorse e comprendere meglio come il tuo contenuto sia rilevante alla loro ricerca. 

    John Mueller
    John Mueller, Search Advocate Google

    Nonostante non ci sia nulla di esplicito riguardo le implicazioni SEO dei link verso i siti esterni, ha comunque evidenziato come questi aiutino gli utenti. Google, nella sua guida chiamata Come funziona la Ricerca (per principianti), ci dice che il motore di ricerca è progettato per permettere agli utenti di ‘trovare il risultato più attinente ed utile’. 

    Chiaramente questo non significa che tu debba inserire link a caso qua e là e fornire link a chiunque ti capiti a tiro. Inserisci link interni ed esterni quando ha senso farlo, ad esempio verso risorse, prodotti, raccomandazioni e articoli di blog correlati al tuo. Avrai notato come forniamo link a molte risorse interne ed esterne anche in questo nostro articolo.


    Tutto quello che abbiamo coperto finora è sufficiente per ottimizzare le tue pagine adeguatamente, ma ci sono un’altra serie di cose che puoi fare. Se hai già dei contenuti ben posizionati e vuoi dargli un’ulteriore spinta per posizionarli ancora meglio, o affinare maniacalmente la tua SEO on-page

    1. Ottimizza per i featured snippet

    I featured snippet sono una funzionalità SERP che viene spesso mostrata in cima ai risultati di ricerca. Rispondono alla domanda di chi ricerca con un breve estratto da una delle pagine meglio posizionate.

    Un esempio di featured snippet per “cosa sono le local citation” (o “what are local citations” in inglese).

    Dato che le risposte degli snippet provengono da una delle pagine dei risultati di ricerca, è possibile ‘vincerli’ utilizzandoli quindi come scorciatoia per raggiungere la cima della pagina.

    Farlo è più semplice che dirlo, e il processo è quello che segue:

    1. Devi essere in top 10. Google solitamente preleva il contenuto dello snippet da una di queste pagine.
    2. Assicurati che Google mostri già un featured snippet. Lo utilizzerai a tuo vantaggio per capire come ‘rispondere’ alla ricerca. 
    3. Fornisci la risposta sulla tua pagina. Google non può estrapolare le informazioni dalla tua pagina se queste non sono presenti.
    4. Utilizza il formato giusto. Paragrafi, elenchi o tabelle—cosa si aspettano di vedere Google e chi cerca?

    Ad esempio, poniamo il caso che noi vogliamo esplorare le possibilità di prendere qualche featured snippet per uno dei nostri articoli che parla dei contenuti sempreverdi. Se inseriamo l’URL all’interno del Site Explorer di Ahrefs, filtriamo il report Parole Chiave Organiche per la parole chiave per le quali siamo in top 10, possiamo vedere che siamo già fra i primi 10 per la parola chiave ‘contenuti sempreverdi’ (o “evergreen content” in inglese). 

    Il nostro posizionamento per la parola chiave “contenuti sempreverdi” (o “evergreen content” in inglese), attraverso i dati del Site Explorer di Ahrefs.

    Se verifichiamo la SERP, possiamo notare come il featured snippet attuale sia un breve paragrafo con una definizione del termine.

    La definizione all’interno del featured snippet per “contenuti sempreverdi” (o “evergreen content” in inglese).

    Per avere la possibilità di apparire in questo featured snippet, abbiamo bisogno di una definizione all’interno della nostra pagina.

    Se però, ad esempio, avessimo voluto vincere lo snippet per ‘siti web più visitati’ (o “most viewed websites” in inglese), avremmo probabilmente dovuto includere una tabella contenente le ricerche più alte ed i loro relativi volumi.

    La tabella all’interno del featured snippet per “siti web più visitati” (o “most viewed websites” in inglese)”

    2. Incorpora delle risorse che attraggano link

    I link rimangono uno dei fattori di posizionamento più importanti per Google. E nonostante la link building faccia parte della SEO off-page, puoi provare ad attrarne alcuni rendendo i contenuti della tua pagina facili da poter fornire link per gli altri.

    Come fai a capire se un determinato argomento attiri o meno link da altri siti?

    Basta analizzare i motivi per i quali le persone forniscono link a contenuti simili proposti dai tuoi concorrenti.

    Ad esempio, la parola chiave principale di uno dei nostri articoli è “parole chiave a coda lunga” (o “long tail keywords” in inglese). Se inseriamo tale parola chiave all’interno del Keyword Explorer di Ahrefs, possiamo notare come siano presenti alcuni articoli simili fra di loro che ricevono molti backlink.

    Le posizioni dei siti per la parole chiave “parole chiave a coda lunga” (o “long tail keywords” in inglese) negli Stati Uniti, prese dal Keywords Explorer di Ahrefs.

    Inseriamo uno di questi articoli nel Site Explorer e analizziamo il report chiamato Ancore. Questo ci mostra le parole e le frasi più utilizzate dalle persone quando forniscono link a quella pagina. In questo caso, possiamo vedere che le persone creano i link perchè sono interessate alle statistiche proposte.

    Il report Ancore all’interno del Site Explorer di Ahrefs.

    Questo ci fa capire che dovremmo probabilmente includere alcune statistiche per rendere la pagina più ‘acchiappa link’.

    Se prendiamo un altro esempio e verifichiamo il report Ancore per una delle pagine meglio posizionate per “SEO copywriting”, possiamo notare come le persone creino i link a tale pagina principalmente per due concetti in essa contenuti.

    Probabilmente non avrebbe senso per noi includere questi stessi concetti nel nostro articolo, ma possiamo includere alcune idee uniche per migliorare le possibilità di ottenere dei link. Questo è proprio quello che abbiamo fatto quando abbiamo scritto la nostra guida al copywriting SEO.

    3. Ottieni dei rich snippet con l’utilizzo del markup Schema

    I rich snippet sono dei risultati che contengono informazioni aggiuntive oltre a titolo, descrizione e URL.

    Ad esempio, Google mostra i voti, i tempi di cottura e le calorie per queste pagine di ricette.

    Google estrae queste informazioni grazie ad una tipologia di dati strutturati presenti sulla pagina chiamati markup Schema. In questo specifico caso, le pagine hanno incorporato il markup schema per le ricette.

    Ecco altri tipi di markup Schema che possono portare ad avere dei rich snippet:

    • Markup delle istruzioni
    • Markup dei prodotti
    • Markup delle recensioni
    • Markup dei software
    • Markup delle FAQ

    Ecco un esempio di una pagina all’interno delle SERP che fa utilizzo del markup FAQ:

    FAQ rich snippet.

    I rich snippet non sono un fattore di posizionamento, ma molti credono che aiutino ad ottenere un maggior numero di click—almeno per alcune pagine.

    Se utilizzi WordPress, puoi aggiungere del markup Schema a pagine e articoli utilizzando alcuni plugin come Yoast e RankMath. Devi però essere consapevole del fatto che non tutte le tipologie di contenuto sono accettate per miglioramenti nella ricerca come i rich snippet.

    4. Migliora la rilevanza dell’argomento

    Google reputa una pagina più rilevante per una specifica query di ricerca se ‘contiene altri contenuti attinenti oltre alla parola chiave’. Ad esempio, se la tua pagina parla di cani, avere al suo interno una lista della varie razze potrebbe farla diventare più in linea per qualcuno che cerca ‘cani’.

    Se hai seguito i consigli nel capitolo due di questa guida, il tuo contenuto dovrebbe già avere al suo interno molte parole, frasi e concetti rilevanti. Questo perché si tende ad inserirli naturalmente man mano che si scrive.

    È semplice però perdere qualche concetto lungo la strada—specialmente negli argomenti più complessi.

    Per esempio, questa è una della pagine meglio posizionate per ‘come produrre la birra’ (o “how to brew beer” in inglese). È una guida piuttosto comprensiva per i principianti, ma si dimentica di dire che avrai bisogno di un sifone per trasferire la birra dal fermentatore alle bottiglie.

     Una pagina su come produrre birra che non ha però al suo interno importanti dettagli.

    Se questo è anche il tuo caso, probabilmente non sei posizionato come vorresti e non sei nemmeno certo del perché. Ha senso quindi analizzare a fondo la pagina per vedere se ci sono informazioni mancanti.

    Ecco alcuni modi per farlo al meglio.

    Utilizza il report ‘Also talk about’

    Il report ‘Also talk about’ all’interno del Keyword Explorer, mostra le parole chiave e le frasi menzionate di frequente dalle pagine posizionate nella top 100. Inserisci la parola chiave principale e vedi in un sol colpo quali sono gli argomenti coperti dalle pagine meglio posizionate.

    Ad esempio, tornando al nostro caso su  ‘come produrre la birra’ (o “how to brew beer” in inglese), possiamo vedere come molte delle parole chiave identificate sono ingredienti o attrezzature:

    • luppolo
    • lievito
    • orzo maltizzato
    • estratto di malto
    • refrigeratore per il mosto
    • recipiente per l’ammostamento
    • sifone automatico

    Gli argomenti toccati dalle pagine che si posizionano per “come produrre la birra” (o “how to brew beer” in inglese) prese dal Keywords Explorer.

    Dato che un aspirante mastro birraio deve sapere cosa sono e a cosa servono la maggior parte di queste cose, vale la pena parlarne nella tua guida su come produrre birra per principianti. Se ti sei dimenticato di parlare di alcune di queste cose, meglio dare una rinfrescata al tuo contenuto.

    Devi utilizzare il buon senso quando svolgi questa operazione. Il fatto che una parola o una frase appaia nel report ‘also talk about’ non significa che tu debba necessariamente includerla. Utilizza il report per identificare eventuali importanti concetti che non hai trattato.

    Fai un’analisi TF-IDF

    TF-IDF è un termine che sta per Term Frequency-Inverse Document Frequency. È una misurazione statistica che mira a giudicare l’importanza di una parola in un documento. Questo valore è ottenuto mettendo a confronto quanto spesso una parola appare in quel documento rispetto ad altri.

    Fare un’analisi TF-IDF fra i tuoi contenuti e quelli meglio posizionati può talvolta permetterti di scoprire concetti importanti presenti nelle altre pagine ma dei quali tu ti sei dimenticato.

    Ad esempio, se facciamo questo per il nostro articolo che parla di SEO negativa, possiamo vedere come le pagine dei nostri competitor parlino del file disavow e dei link innaturali.

    L’idea qui non è quella di ‘gettare alla rinfusa’ queste parole chiave nel tuo contenuto, ma piuttosto quella di coprire importanti concetti e idee di cui non hai parlato. In questo modo puoi aggiornare la tua pagina per creare un contenuto più comprensivo e completo.

    Spesso gli strumenti per le analisi TF-IDF ti suggeriscono di utilizzare le parole e le frasi ‘importanti’ uno specifico numero di volte. Quest non è il modo in cui noi ti consigliamo di utilizzarli.

    Cosa sono le parole chiave LSI?

    Le parole chiave LSI non esistono.

    I famosi strumenti per le ‘parole chiave LSI’ non c’entrano nulla con le LSI, e non è chiaro come generino le loro parole chiave consigliate. Sicuramente possono fornire spunti ed idee interessanti in alcune circostanze, ma i loro consigli difficilmente sono utili nella mia esperienza.


    Diamo uno sguardo ad una serie di strumenti gratuiti per concludere e aiutarti con tutto quello di cui abbiamo parlato nella guida.

    Yoast SEO

    Aggiungi tag title, meta description, tag OG e dati strutturati a pagine e articoli.

    Nota a margine.
    Rank Math, All in One SEO Pack, e The SEO Framework fanno più o meno tutti la stessa cosa. 

    Ahrefs Webmaster Tools (Gratuito)

    Identifica gli errori e le mancanze a livello di tag title, meta description, alt text e tag OG sul tuo sito.

    Ahrefs SEO Toolbar (Gratuita)

    Analizza la struttura delle pagine meglio posizionate.

    MetaTags.io (Gratuito)

    Ottieni un’anteprima di come i tag title, l’URL e le meta description appariranno nei risultati di ricerca.

    ShortPixel (Gratuito)

    Comprimi e ottimizza le tue immagini.

    Merkle’s Schema Markup Generator (Gratuito)

    Crea tante diverse tipologie di dati strutturati nel formato raccomandato da Google chiamato JSON-LD.

    Rich Results Test (Gratuito)

    Analizza i dati strutturati presenti sulla tua pagina per vedere se questi possono apparire come rich snippet all’interno delle SERP.

    Per concludere

    Segui i consigli qui sopra, e le tue pagine saranno probabilmente meglio ottimizzare di quelle dei tuoi concorrenti. Ricordati di soddisfare l’intento di ricerca degli utenti: questa è la parte più importante e critica di tutte. Anche le cose più ‘tecniche’ sono importanti, ma sono più una sorta di extra.

    Ora passiamo al prossimo pezzo del nostro puzzle SEO: la link building.

    Tradotto da Matteo Ginnetti, Consulente Digital Marketing.

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